Parere sul progetto di revisione volto ad attuare l’iniziativa parlamentare «La povertà non è un reato»

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Parere sul progetto di revisione volto ad attuare l’iniziativa parlamentare «La povertà non è un reato»

L’Istituzione svizzera per i diritti umani (ISDU) accoglie con favore la prevista revisione della legge federale sugli stranieri e la loro integrazione (LStrI) in attuazione dell’iniziativa parlamentare «La povertà non è un reato». Questa revisione non è solo auspicabile, ma anche necessaria nell’ottica dei diritti umani. Il disciplinamento in vigore, che mette in relazione la fruizione dell’aiuto sociale con la possibile perdita del permesso di dimora o di domicilio, viola i diritti fondamentali e gli impegni assunti dalla Svizzera a livello internazionale.

L’iniziativa parlamentare «La povertà non è un reato» mira a rendere più difficile la revoca del permesso di dimora o di domicilio in ragione della fruizione dell’aiuto sociale da parte di persone di nazionalità straniera. Questa revisione è essenziale, non da ultimo in considerazione delle pesanti ripercussioni dell'attuale legislazione anche suǝ minori.

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Raccomandazioni dell’ISDU in sintesi

Diritto al sostegno sociale

La pratica attuale porta molte persone a rinunciare all’aiuto sociale, pur avendone diritto e bisogno, per timore di conseguenze negative sul loro permesso di dimora o di domicilio. Ciò è in contrasto con il diritto alla sicurezza sociale (art. 9 Patto ONU I) e viola quindi gli impegni assunti dalla Svizzera in materia di diritti umani.

Considerazione preminente del benessere deǝ minore

Mettere in relazione la fruizione dell’aiuto sociale con la revoca del permesso di dimora o di domicilio colpisce in particolare anche ǝ minori. Moltǝ rappresentanti legali di minori rinunciano all’aiuto sociale, malgrado la loro famiglia ne abbia diritto e bisogno, per timore di conseguenze sul titolo di soggiorno. La Convenzione sui diritti del fanciullo (CDF) stabilisce tuttavia che il benessere deǝ minore deve essere considerato in modo preminente. La legislazione in vigore non tiene sufficientemente conto di tale principio.

Protezione per le persone che soggiornano legalmente in Svizzera da più di dieci anni

L’ISDU raccomanda altresì di recuperare l’idea di un limite temporale preciso che figurava nella versione originale dell’iniziativa: dopo dieci anni di soggiorno legale, la revoca del permesso di dimora o di domicilio in ragione della dipendenza dall’aiuto sociale dovrebbe essere possibile solo in caso di abusi acclarati. La mancata ripresa di questo limite temporale nel progetto posto in consultazione genera incertezza per le persone che vivono in Svizzera da lunga data. Secondo i principi internazionali, tra cui le raccomandazioni del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, alle persone residenti in un Paese da lungo tempo andrebbe garantito uno statuto di soggiorno stabile. Una simile protezione sarebbe opportuna anche nell’ottica del diritto al rispetto della vita privata sancito dalla Costituzione federale e dalla Convezione europea dei diritti dell’uomo.

Conclusioni

L’ISDU chiede che sia garantito l’accesso al sostegno sociale senza timore di conseguenze sul titolo di soggiorno. Si tratta di un imperativo nell’ottica dei diritti umani, in particolare quando sono coinvolti deǝ minori. Nel progetto posto in consultazione andrebbe inoltre inserito un termine preciso oltre il quale il permesso di dimora o di domicilio non possa più essere revocato unicamente in ragione della fruizione dell’aiuto sociale.

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